Il 54% delle Fintech vale molto poco

Il business del Fintech non è per tutti. Per portare avanti un progetto bisogna avere le spalle larghe, larghissime. Lo continuano a dire i numeri: tra le Fintech quotate, il 54% di oggi vale meno del prezzo iniziale di partenza della quotazione. Che vuol dire: vado in borsa per raccogliere capitali per crescere ma poi... brucio liquidità, gli investitori si ritirano, il titolo crolla.





Alle Fintech i mercati stanno chiedendo di dimostrare #sostenibilità economica e sono pochissime quelle che riescono a farlo.





Il grafico è imbarazzante: solo un paio di aziende stanno cavalcando veramente l'onda del digitale: sono la Futu Holdings (+222% rispetto all'offerta iniziale) e Bill.com (+150%). Tutte le altre vanno giù.





Per i non addetti al settore i nomi non diranno nulla. Allora tiriamone fuori 3 (lo ha fatto ieri il Politecnico di Milano) che magari fanno capire meglio le cose: Checkout.com, valutata 40 miliardi di dollari a gennaio 2022, a fine anno ne valeva 11; Klarna, lo scorso anno valeva 46 miliardi di dollari è stata costretta a fare di recente un aumento di capitale partendo da una valutazione pre-money inferiore ai 7 miliardi; Stripe, che si voleva quotare partendo da una valutazione di 120 miliardi, oggi fatica a trovare finanziamenti a 55.





Quando si parla di pagamenti digitali i margini sono bassi: trovare la quadra per dimostrarsi vincenti richiede delle basi solide e una visione di lungo periodo che, oltre che essere straordinarimente lungimirante, deve convincere gli investitori (a quanto pare, sempre meno).





PYMNTS FinTech IPO Index, Osservatorio Innovative Payments
PYMNTS FinTech IPO Index, Osservatorio Innovative Payments


Moondo
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