Il triste declino di un Pierrot
Vi ricordate di Beppe Grillo, il comico genovese che fondò un movimento rivoluzionario chiamato a rivoltare il Parlamento come un calzino (o a svuotare il Parlamento come una scatoletta di tonno), e a cancellare per sempre ogni radicata concezione della partecipazione politica in chiave di potere personale? Che arringava, in piazze e teatri gremiti, portatore di un moralismo spinto fino al più becero giustizialismo, non esitando a elevare il sospetto alla dignità di prova di reità. Che, nella foia accusatoria, non considerava la sofferenza di vite distrutte, di carriere stroncate, essendo ciò funzionale al suo unico obiettivo: la conquista del potere. Che si accattivava, tra frizzi e lazzi, il consenso delle donne, aprendo il movimento alla partecipazione femminile, sia pur successivamente, relegata in ruoli secondari. Che attraversava a nuoto lo stretto di Messina, facendo rivivere i fantasmi di una politica muscolare, di mussoliniana memoria. Che aveva posto a fondamento della politi