Donald Trump potrebbe veramente essere una talpa russa?
Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca dello scorso settembre il presidente americano Donald Trump, con il suo caratteristico aplomb, aveva dichiarato: "Dobbiamo voler sbarazzarci delle schede elettorali ... e avreste un migliore ... avremo un tranquillissimo ... non ci sarà un trasferimento, francamente. Ci sarà una continuazione". (“We’ll want to have... get rid of the ballots and you’ll have a very... we’ll have a very peaceful... there won’t be a transfer, frankly. There’ll be a continuation.”)
È così che Craig Unger, 71-enne giornalista e autore americano, inizia il suo nuovo libro "American Kompromat". Unger è stato direttore del "Boston Magazine" e autore di sei libri, tra cui "House of Bush".
Subito dopo l'incipit l'autore passa al punto cardinale del suo libro (352 pagine, pubblicato da Dutton-Penguin), che é la domanda: "Potrebbe Donald Trump essere veramente una talpa ["asset" in gergo] russa?" Ecco le risposte che Unger propone: "In un editoriale del 'New York Times', scritto tre mesi prima delle elezioni del 2016, l'ex direttore della Central Intelligence Agency [CIA], Michael Morell, ha risposto alla domanda in questo modo: 'Nel settore dell'intelligence, diremmo che [Vladimir] Putin ha reclutato un inconsapevole Trump come agente della Russia'". Il motivo? Una montagna di soldi in contanti che i russi avrebbero dato a Trump per i suoi vari progetti immobiliari per molti anni.
Unger poi continua: "Nel gennaio del 2017, poco prima dell'insediamento di Trump [alla Casa Bianca], Michael Hayden, l'ex capo sia della CIA che della National Security Agency, ha definito Trump 'un chiaro e costante pericolo' per la sicurezza nazionale americana e un 'utile idiota' ". "Utile idiota" è un' espressione attribuita a Vladimir Lenin (ma che si é diffusa nel 1948 nella politica italiana per descrivere i simpatizzanti comunisti) per definire gli ingenui che erano particolarmente suscettibili alla manipolazione della propaganda comunista.
Secondo Unger: "Nel dicembre 2017, l'ex direttore dell'intelligence nazionale, James Clapper, ha affermato che Trump era, in effetti, una 'risorsa' al servizio del presidente russo Vladimir Putin. E nel 2019, l'ex direttore della CIA, John Brennan ha dichiarato che Trump sarebbe 'completamente nelle mani di Putin', e durante il programma domenicale della rete Nbc-Tv 'Meet the Press' ha definito 'infido' il comportamento di Trump".
Unger scrive anche che "alla fine degli anni '60, [l'intelligence americana era] preoccupata per quello che [era] definito il 'Monster Plot'". "The Monster Plot", spiega Unger, "era una teoria propagata da James Jesus Angleton, capo del controspionaggio della CIA dal 1954 al 1975, che era diventato famoso per la sua ossessiva ricerca di conferma del fatto che i sovietici avessero un asset ai vertici della CIA o nella comunità dell'intelligence americana, e che sarebbero riusciti a posizionare qualcuno ai massimi livelli del ramo esecutivo". Se "American Kompromat" si rivelasse accurato, il piano russo avrebbe avuto successo con il collocamento di Trump alla Casa Bianca per ben quattro anni.
Moondo
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