Al Rose Garden un evento degno di Kim Jong-un

È stato imbarazzante guardare in televisione la cerimonia per la presentazione della candidata alla Corte Suprema Usa da parte del presidente Donald Trump lo scorso sabato al Rose Garden della Casa Bianca. L'imbarazzo non aveva nulla a che fare con la giudice designata, la 48-enne conservatrice Amy Coney Barrett, che verrà confermata o meno dal Senato in base ai suoi meriti e demeriti per sostituire la liberale Ruth Baden Ginsburg, recentemente deceduta. E non era nemmeno generato da Trump, che si è attenuto al discorso scritto e che ha letto in modo molto presidenziale. 





            L'imbarazzo proveniva dalla vista del pubblico presente, che pareva composto invece che da cittadini di una Nazione libera e democratica, da partecipanti ad una manifestazione del dittatore nord coreano Kim Jong-un. Dalle riprese televisive in diretta a partire dalle ore 17:00, si stima che si trattasse di un pubblico di circa 200 persone. E mentre vari commentatori si sono soffermati sul fatto che quasi nessuno indossasse la mascherina e, con le sedie vicinissime tra loro, non si osservasse la benché minima distanza sociale, si é trascurato di notare come gli ospiti facessero a gara per farsi vedere dal Presidente, battendo forte le mani e alzando in alto le braccia. Gli applausi, a volte anche fuori luogo, erano scroscianti, come si possono solitamente vedere in piazza Kim Il Sung a Pyongyang, al Consiglio della Federazione Russa al Cremlino e all'Assemblea Nazionale del Popolo in Cina (come dimostrano le foto).





            La cerimonia, una funzione istituzionale, non doveva essere trasformata in un evento elettorale, ed il pubblico non doveva ostentare devozione e vassallaggio al Presidente (dando l'impressione di essere davanti ad un re o un dittatore), ma invece mostrare  rispetto e dignità.





Foto: Gli applausi al Rose Garden e quelli a Kim Jong-un



Moondo
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