La consapevolezza di sé

Di Maria Teresa Bianco





Sono ormai passate sei settimane da quando ci hanno imposto di restare a casa per la nostra sicurezza. Fuori dalla porta di casa però, nel mio giardino, per mia fortuna, ho comunque la possibilità di prendermi la mia ora d'aria e in queste settimane ho osservato intorno a me come la natura si stia riprendendo i suoi spazi. C'è un punto particolare dove, se si fa abbastanza attenzione e silenzio, c'è la possibilità di poter ascoltare le acque di un torrente che scorrono; quel torrente mi ha ricordato che il tempo non si è fermato, è andato avanti ma noi non ce ne siamo resi conto, rinchiusi non solo in una casa, ma soprattutto nella nostra testa, vittime delle nostre paure più segrete, forse la più grande quella del rimanere da soli in preda a paranoie, nell'orrore di essere lasciati da parte.





Ecco per me questa quarantena non è stata del tutto una sciagura :ho riscoperto il piacere di stare in famiglia e ho imparato ad apprezzarne la compagnia, non solo la loro anche quella di me stessa; avere la compagnia di sé stessi è un dono, non tutti hanno la possibilità di provarla perché se la si sapesse apprezzare di più si saprebbe apprezzare soprattutto se stessi. Saper ritrovare sé stessi in questi attimi di sconforto quando non si sente altro che parlare di “casi positivi “ di nuovi contagi, di morti è un'azione che non deve essere presa come ordinaria ,è una firma di resilienza ,sapere di esserci è una forma di tenace resistenza.Non so cosa farò quando potrò uscire di casa, forse mi accontenterò di un gelato, ma so cosa spero di trovare: persone più consapevoli di loro stesse e più rispettose del prossimo



Moondo
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