Quando il primo non basta: i sequel e il cinema

Il fenomeno dei sequel non è certamente una novità di questi ultimi anni. Fra film, libri e videogiochi i seguiti coinvolgono praticamente ogni media. Per quanto a un primo sguardo possa sembrare un fenomeno abbastanza semplice, inteso come dare un seguito a una qualche opera, approfondendo il discorso emerge invece la complessità dello stesso, già a partire dalla definizione.





auditorium

Concentrandosi proprio su questa, la prima cosa da notare è come sia facile
confondersi fra le varie operazioni che possono compiersi su un’opera. Mai come
in questi ultimi anni infatti si assiste a un fiorire di reboot, sequel e
remake, ognuno dei quali con un
significato molto diverso
. Laddove un remake indica
un’operazione di aggiornamento tecnico mantenendosi il più fedeli possibile
all’opera originale (come la recente Crash Bandicoot N. Sane Trilogy,
oppure Ocean’s Eleven), un reboot incide in
maniera più profonda sull’opera originale: il significato letterale, “riavviare”,
indica che si tratta di una totale ripartenza (è questo il caso delle ultime
avventure di Lara Croft, ripartite nel 2013 con Tomb Raider),
spesso stravolgendo i contenuti originali. Collocandosi in maniera differente
anche nei confronti del concetto di saga, dove questa identifica un insieme di
“capitoli” già pensato come più opere separate ma collegate da un medesimo
disegno, il fenomeno dei sequel ha investito con particolare
forza il mondo del cinema, e non sempre in maniera positiva. Tuttavia, per
quanto comunemente visti come manovre per spremere fino all’ultimo un
determinato franchise, non sono stati pochi i casi nei quali i secondi capitoli
abbiano nuovamente emozionato i fan, che in alcuni casi ancora aspettano un
nuovo appuntamento delle loro storie.





Come esempio di film vincenti si possono citare, probabilmente in coppia, Spider-Man 2 (2004) e Il cavaliere oscuro (2008). In entrambi i casi, il precedente capitolo doveva necessariamente concentrarsi sulle origini del protagonista, dovendo quindi fare i conti con quest’esigenza. Nei due seguiti, le pellicole hanno il merito di alzare grandemente il livello, sia grazie a una buona trama che alla scelta di inserire due villain iconici (rispettivamente, Doc Ock e Joker) interpretati da due ottimi attori: a dimostrazione del fatto che un sequel può essere un’ottima idea, quando sorretto da un buon lavoro.





cinema

Che i secondi capitoli non siano il male assoluto è dimostrato anche dal
fatto che esistono diversi film ancora senza un seguito, con grande aspettativa
da parte dei fan. Tra questi, va sicuramente citato Rounders,
pellicola del 1988 con Matt Damon. Quest’ultimo, insieme al coprotagonista
Edward Norton, ha rivelato di immaginare
una possibile trama del seguito
, per quanto l’impresa sia sicuramente non
delle più semplici. Un caso particolare è rappresentato da The mask (1994),
che ha effettivamente avuto un seguito in una pellicola che i fan si augurano
possa essere cancellata da un eventuale The mask 2, dove il protagonista possa
nuovamente essere interpretato da Jim Carrey. Probabilmente non è un caso che i
film dei quali più si attende un sequel siano risalenti agli anni ‘80/’90, che
hanno regalato pellicole diventate dei veri e propri cult. Tra queste, proprio
nel corso di quest’anno sono attesi i seguiti di Top Gun (1986)
e Ghostbusters (1984). Di questo già nel 1989 si è avuto un
seguito, insieme a un reboot al femminile nel 2016: l’appuntamento con gli
acchiappafantasmi, che dovrebbe
essere per quest’estate
, sarà un’ottima occasione per sperimentare gli
effetti del passaggio del tempo sulle aspettative degli appassionati. 





Infine, molto più numerosi sono gli esempi di sequel che hanno avuto come
unico risultato quello di limitarsi a sfruttare il brand e, di conseguenza,
allontanare gli appassionati. Per quanto si tratti più di una saga che di un
vero e proprio sequel, l’ultima trilogia di Star Wars (2015/2017/2019)
sembra ricadere proprio in quest’ultimo caso, avendo sollevato un vero e
proprio scontro nella sua fan base. Altri franchise come Pirati dei
Caraibi
, Lo Squalo o Rambo sono
stati compromessi da seguiti non all’altezza dei primi capitoli, irritando gli
appassionati e venendo ricordati
come dei veri e propri flop
. Un ambiente particolarmente complicato sembra
essere quello dei film d’animazione: sono innumerevoli gli esempi in cui, tentando
di bissare i successi del primo capitolo, si è all’opposto finiti per pagare la
mancanza di originalità.





Ciononostante, stando a quello che vedremo al cinema nei prossimi giorni e nel corso dell’anno appena iniziato, sembra che la fame di sequel degli appassionati sia veramente inesauribile.





Articolo redatto in collaborazione con MB Peco Medjia



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