Conferimento annunciato. Breve bilancio delle consultazioni: svolta o necessità?

A conferimento annunciato del ruolo di capo di
governo a Giuseppe Conte, breve bilancio della giornata sorretta da una
brillante maratona interpretativa guidata sulla 7 da Enrico Mentana (con altre
reti tv parimenti impegnate).





Allora, non si fa il “governo di svolta”, come era intesa, ma per il momento si fa il “governo di necessità”.





Ovvero il governo è di necessità per togliere dalla sala macchine Salvini; ma potrebbe
rivelarsi di svolta se per caso
funzionasse la sperimentazione (prima volta in Europa) di un patto tra una
forza di tradizione e una nuova forza populista.





Beppe Grillo è riuscito a imporre il nome del capo
del governo e dichiara, per smorzare le critiche di poltronismo, che vuole un
governo di super-esperti, parrebbe rimandando con ciò a scuola Luigi Di Maio.





Giuseppe Conte è riuscito in tempo breve a fare del suo nome non il simbolo di un fallimento ma il simbolo di un cantiere di possibile rigenerazione di due cose a rischio: la democrazia parlamentare e l’europeizzazione dell’Italia. Per lui è un successo. A tempo.





L’aut aut di Conte: un accordo o mi dimetto
Giuseppe Conte, di nuovo Premier incaricato da Mattarella

Matteo Salvini, lo sconfitto, è il primo amplificatore
del tema del “governo di necessità”, spiegandolo come “il collante” del Conte
bis: mettere fuori gioco la Lega e lo stesso Salvini. Per lui potrebbe anche
essere un investimento.





5 Stelle ferma una sorta di evaporazione o di
dissanguamento, provando un copione (tutto da scrivere, tutto da dimostrare)
sulla “fase adulta” del movimento. Strappi, difficoltà, malumori. Ma forse
scelta obbligata resa possibile dall’endorsement di Grillo (e, spiace un po’
dirlo, anche di Trump). Si vedrà come gestirà la proposta di digiuno
purificatorio fatta dall’Elevato.





Il PD limita al momento al no di Calenda (che dice
certamente alcune verità) le convulsioni interne. Tenta di mettere in evidenza
agli italiani che per alcuni ambiti che stanno a cuore ai cittadini si stanno
scaldando figure competenti. Anche qui c’è un copione per nulla scontato da
scrivere per il dopo. Il match interno (che riguarda il rapporto tra il partito
e l’attuale maggioranza parlamentare) è solo rinviato.





A Berlusconi non resta che puntare a breve sulle
alleanze vincenti alle regionali. Il centro-destra che pareva un’ipotesi
irresistibile resta alle prese con due temi scomposti: la reale leadership e quindi
la natura delle priorità.





Circa il governo si capirà in pochi giorni se si
ripete il format “a due” (più governabile) o se – per garantirsi meglio il voto
al Senato e sparigliare rispetto al Conte 1 – si offrirà (auspicabilmente) una
piattaforma ad una alleanza anche con partiti minori. Anche nello sforzo di
favorire – vincendo un certo attuale astensionismo o orientandolo a un progetto
comunque costruttivo -  la costruzione
dell’area liberaldemocratica e ambientalista, che aiuterebbe la simmetria con
il nuovo profilo politico dell’Europa.  





Non si è aperta un’autostrada. Si prevedono sei mesi per capire quale sia la via imboccata e verso dove vada. Poi si aprirà l’ipotesi di un bivio divaricatissimo. Evaporano certamente i dieci punti di Di Maio con un programma – per capirsi - con tre macro-temi, comunicativamente spiegabili.  Argomento difficilissimo è quello di una finanziaria socialmente leggibile (per far reggere i consumi) e non penalizzante le imprese. Sarà necessario mettere in atto un investimento politico separato ma non conflittuale tra PD e M5S sulle elezioni regionali (con particolare obiettivo l’Emilia Romagna). E’ probabile un rapido tentativo di Conte di portare il M5S in un punto di moderata centralità nel Parlamento europeo. Va con urgenza portata a termine la riforma elettorale. A fine febbraio, si tireranno le conclusioni del semestre e dei conflitti interni dei partiti di governo verso il voto oppure verso il fine legislatura. In questo secondo caso tirando fuori dal cassetto veri programmi per tentare la battaglia finale. Quel destra-sinistra che tutti dicono superato, fuori moda, ideologico, eccetera. Ma che nella semplificazione storica della vita politica regge da circa duemilacinquecento anni. Oggi certamente destinato a un serio aggiornamento.



Moondo
https://moondo.info/conferimento-annunciato-breve-bilancio-delle-consultazioni-svolta-o-necessita/

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