Primi segni di bufera all’interno del M5s
Venti di bufera nel M5s. Lunedì il leader del Movimento Luigi Di Maio ha detto che nessuno aveva chiesto le sue dimissioni. Neanche 24 ore dopo però è stato il vicecapogruppo al Senato del M5s Primo De Nicola a lasciare il suo incarico. Convinto che la responsabilità della sconfitta elettorale debba essere condivisa a tutti i livelli, De Nicola ha scritto su Facebook di aver preso «una decisione necessaria. Non solo alla luce del risultato elettorale, ma anche e soprattutto delle cose che ci siamo detti in tanti incontri e assemblee. Mettere a disposizione del Movimento gli incarichi. È l’unico modo che conosco per favorire una discussione autenticamente democratica su quello che siamo e dove vogliamo andare».
Anche Carla Ruocco al Messaggero ha fato sapere che «le lezioni servono per riflettere sugli errori commessi. Luigi rifletta se deve dimettersi per un nuovo slancio del Movimento 5 stelle che non implica rimanere al governo a tutti i costi. Ritengo che agli onori debbano seguire gli oneri. Voglio bene a Luigi con cui per anni abbiamo fatto crescere il Movimento ma c’è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all’esperienza di Roma. Sarebbe giusta una riflessione e mi dispiace di non avere ancora avuto segnali».
Gianluigi Paragone: «La generosità di Di Maio di mettere insieme tre, quattro incarichi deve essere rivista perché il Movimento per ripartire ha bisogno di una leadership politica h24». Il giornalista poi ne fa una questione di pronomi personali: «Dobbiamo tornare dall’io al noi L’io è stata una fuga in avanti, forse anche importante in un certo momento, ma un io con la minuscola perché quando si trasforma in “Io” con la maiuscola non va più bene».
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Moondo
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