Lavorare è collaborare

"Lavorare è collaborare" è il titolo e l'argomento del nuovo libro di Sebastiano Zanolli. Partirei intanto dal significato del verbo “collaborare”. Come riporta il Dizionario Treccani “collaborare” viene dal lat. tardo collabōrare, comp. di con- e labōrare «lavorare» e significa 《partecipare attivamente insieme con altri a un lavoro per lo più intellettuale, o alla realizzazione di un’impresa, di un’iniziativa, a una produzione, e sim.》





Per Sebastiano lavorare bene è collaborare e 《la collaborazione è la chiave del nostro futuro lavorativo, che è profondamente diverso da quello degli ultimi anni. E proprio per questo anche la collaborazione sarà inevitabilmente diversa da come l'abbiamo sempre conosciuta. 》





Proprio per questo motivo nasce l'idea di scrivere questo libro, 《per rifare il punto sulla collaborazione e per proporre analisi, sintesi e strumenti per una nuova relazione che possa essere utile e profittevole per tutti.





Questo tutti, inteso come 《coloro che lavorano insieme per un fine personale, ma anche per un fine comune》non comprende però davvero tutte le persone: 《ci sono realtà e mestieri che, più che di “collaborazione “, si alimentano ancora unicamente di “lavorazione” e in cui le persone sono negozialmente troppo deboli per rifiutare impieghi inadeguati. Ci sono settori deregolamentati, lacunosi, dimenticati o mal rappresentati. 》《La gig economy ha profondamente trasformato il panorama lavorativo degli ultimi anni.》





Insomma collaborare è lavorare, ma ad essere onesti non è cosa per tutte le persone. Ci sono molti contesti in cui  《la logica dell'impostazione,  della subordinazione senza possibilità di replica, è ancora predominante》ed allora 《 la collaborazione non trova sufficiente spazio per decollare e parlare di collaborazione è fuori luogo.》





Dove quindi, in quali contesti e in quali aziende può trovare applicazione la collaborazione?





Per Sebastiano Zanolli la collaborazione può essere efficace e trovare terreno fertile per essere applicata laddove le persone e le aziende (che sono fatte di persone, ricordiamolo) 《possono esprimersi ed essere trasparenti le une con le altre.》





Dove possono verificarsi queste condizioni? Ebbene 《negli spazi in cui ci possono essere reale condivisione,  responsabilità e potere negoziale di tutte le parti coinvolte.》





In questo suo ultimo libro Sebastiano indaga e studia la collaborazione a partire dalle sue fondamenta attraverso la definizione di un nuovo concetto del lavoro con una pluralità dei punti di vista fino al ruolo delle dinamiche intergenerazionali, le sfide che la collaborazione pone e poi come mettete in pratica la collaborazione e si chiede quali siano oggi le possibilità e le insidie della collaborazione rispetto ai suoi esordi nel mondo del lavoro.





La capacità di collaborare bene rappresenta per le aziende un asset fondamentale che consente a queste di ottenere risultati superiori al valore dei singoli componenti. Per riuscire a collaborare bene è necessario creare e coltivare le condizioni adatte e questo passa dal corretto uso del feedback (sia nel darlo sia nel chiederlo), la chiarezza comunicativa, anche in termini di definizione chiara dei compiti e degli obiettivi da raggiungere.





Diventare bravi a collaborare e a creare atmosfere collaborative è un’impresa bella, ma impegnativa.》





《Imparare a essere collaborativi è un’operazione strategica che non può essere lasciata completamente in balìa del buon senso》e va quindi praticata con metodo. 《La collaborazione è il vantaggio competitivo che sblocca il potenziale e guida il progresso.》 Lavorare con spirito collaborativo permette di raggiungere risultati desiderabili e unici, grazie alla pluralità di talenti coinvolti che nel processo di lavoro condividono le proprie idee.》





Tutti possono collaborare? Sì!《La verità è che persino chi ha una postura più individualista rispetto al lavoro - chi non vuole dedicargli un minuto in più rispetto agli accordi, chi ha attriti con l’azienda per cui lavora, chi non si sente di appartenere alla cultura lavorativa da cui è circondato, chi è contrariato dal mercato e della sue regole - trova comunque incentivi personali nella collaborazione.  Anche da un punto di vista squisitamente egoistico, lavorare è collaborare.》





La collaborazione e le sue dinamiche e i suoi benefici descritte da Sebastiano nel suo libro non si limitano a quanto avviene tra persone all’interno di un’organizzazione, ma anche tra freelancer e tra aziende.





Sebastiano Zanolli
Sebastiano Zanolli




Perchè dovremmo sempre collaborare?





Io ho messo il punto interrogativo anche se nel libro il titolo del capitolo è in termini affermativi. Per Sebastiano, dopo lunghe riflessioni, supportate dalle tante letture e approfondimenti sul tema 《non esistono buoni motivi per cui non dovremmo collaborare.》Le insidie non vengono nascoste e ignorate, anzi e le descrive approfonditamente nel suo libro.





Dovremmo sempre collaborare, perché la collaborazione è la chiave per il progresso costante con effetti positivi in termini di produttività, performance e soprattutto di benessere.





Creare e nutrire una cultura aziendale collaborativa





Diventa quindi essenziale per il successo di un’azienda così come di un libero professionista, perché《nessuno lavora mai da solo o da sola.》Come creare un terreno comune di collaborazione?





《Serve riaffermare lo scopo più alto dell’organizzazione, del team o del progetto. E identificare il maggior numero possibile di valori condivisi senza che la cultura aziendale risulti troppo artefatta o troppo distante. Attraverso la narrazione i successi e le sfide diventano più che semplici episodi: si trasformano in esperienze condivise che rafforzano il senso di appartenenza e stimolano un continuo miglioramento.》





《Il potere delle storie si rivela come un aspetto chiave per quelle organizzazioni che aspirano non solo all’eccellenza operativa, ma anche all’eccellenza umana e relazionale, presupposti della vera collaborazione.》





Per creare un rapporto di collaborazione non c’è una formula specifica “brevettata” ed è difficile ridurla ad un’equazione. Ci sono diverse strategie che possono essere perseguite, anche specifiche per il lavoro da remoto e/o con team geograficamente diffuso (con l’aggravante del lavoro asincrono).





《Anche se difficoltoso e costoso in termini di energie, collaborare resta sempre la strada più appagante in termini di ricompense e, quando non è così, resta senza dubbio quella potenzialmente più ricca di possibilità. Anche quando la qualità del lavoro finale sembra raccontare tutt’altro.》





La collaborazione strategica, tattica, operativa e prospettica





Quando si parla di collaborazione è importante anche chiarire a quale livello si attua.





La collaborazione strategica riflette l’approccio strategico dell’azienda alla collaborazione e vi possono essere ricondotti gli elementi dell’impostazione collaborativa ovvero 《quanto l’azienda riconosca la collaborazione come elemento fondamentale per il proprio modello di business》e 《l’esempio collaborativo, cioè quanto i dirigenti aziendali sostengano attivamente la collaborazione.》





La collaborazione tattica 《si concentra sulla pratica collaborativa e sulla sua implementazione nell’organizzazione》ed è definita da quattro elementi principali:






  • presenza di processi e metodi;




  • coerenza/funzionalità dei processi, metodi e strumenti;




  • utilizzo dei processi, metodi e strumenti;




  • conoscenza condivisa dei processi e metodi.





La collaborazione operativa si concentra sull’attuazione pratica della collaborazione nelle attività quotidiane ed è definita da quattro elementi principali:






  • abitudine alla collaborazione;




  • tempestività delle attività;




  • solleciti cioè con quale frequenza è necessario sollecitare;




  • difettosità





Questi elementi sono marcatori di una buona collaborazione o meno.





Come verificare se la collaborazione sta migliorando? Per valutarlo è necessario servirsi della collaborazione prospettica che si basa su tre elementi come:






  • merito della collaborazione, cioè quanto la collaborazione sia realmente riconosciuta come mezzo di soddisfazione aziendale e personale;




  • incentivazione alla collaborazione;




  • giustificazione a mancate collaborazioni (in termini negativi)





La collaborazione nelle organizzazioni, indipendentemente dal grado di qualità e di diffusione attuale, potrebbe rimanere inalterata, migliorare oppure peggiorare e per rilevarlo ci sono una serie di segnali premonitori da cui dedurre l’andamento.





La collaborazione può essere misurata?





La domanda sorge “spontanea”: si può misurare la collaborazione? Per Sebastiano Zanolli e Cristiano Ottavian è possibile sfruttare una serie di parametri per descrivere il grado di collaborazione. Questi parametri, se collegati tra di loro, possono costituire un indicatore di collaborazione o addirittura un insieme di indicatori alla base di un cruscotto di collaborazione.





Questi indicatori permettono di misurare gli effetti della collaborazione sui tempi, costi e qualità del risultato e quindi indirettamente consentono di esprimere una 《esprimere una certa misura del grado di collaborazione all'interno di un team.》





Nel complesso questo saggio di Sebastiano Zanolli scorre gradevolmente nonostante l’argomento complesso ed articolato che tratta e la parte finale sugli strumenti per la collaborazione, il “Collabometric”, che richiede un po’ più di attenzione e soprattutto di messa in pratica per essere verificata e metabolizzata.





In conclusione, vale la pena collaborare? Se la vostra risposta è sì, 《allora la collaborazione diventa inevitabile, e le sue radici profonde sosterranno altri alberi che daranno nuovi frutti in futuro.





In questo modo, la cultura aziendale animerà un’autentica comunità. Non è solo un tema di azienda. È un tema di comunità e di futuro della specie.





Lavorare è collaborare


Moondo
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