Bruna Corradetti

Bruna Corradetti nasce a San Benedetto nel 1981, cresce a Castignano, un
piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno e proprio lí, tra il profumo
dell’anice verde ed il fascino dei calanchi, sviluppa il suo amore per la
natura e la curiosità di osservarla e comprenderne i dettagli più nascosti.





A 8 anni la prima richiesta ai genitori di supportare la sua passione
regalandole un microscopio vero. Nello stesso periodo, comincia a prendere
parte, ricoprendo vari ruoli (attrice, cantante, trampoliere), agli eventi
medievali che si tengono ogni anno, nel periodo estivo nel Piceno, la Giostra
della Quintana, Templaria ed il Palio dell’Addolorata. In queste occasioni,
mentre segue affascinata i cavalli in corsa per l’eleganza, la velocità e la
comunione con il fantino, scopre che quando subiscono lesioni ai tendini i
cavalli hanno scarse possibilità di tornare a correre e in molti casi, vengono
abbattuti.





Quello che era il pensiero triste di una bambina di 10 anni diventa, con il
tempo, uno dei motivi per cui dopo aver conseguito la maturità classica, nel
2000 decide di iscriversi a Scienze Biologiche, presso l’Università Politecnica delle
Marche
. Inizia ad Ancona, non lontano dagli affetti della famiglia e
della comunità castignanese, la sua esperienza scientifica. Il desiderio di comprendere la vita vicina e lontana, conoscere persone e culture, fornisce fin
da subito la motivazione sufficiente a partecipare alle selezioni per i
progetti di scambio internazionale: Erasmus,
Movie and Study, Leonardo Da Vinci la vedono quindi spostarsi da Granada (Universidad
de Granada
) a Salamanca (Centro de Investigacion del Cancer)
passando dall’Irlanda del Nord (University of Ulster).





Esperienze cruciali che le consentono di maturare la determinazione di
proseguire nella carriera accademica attraverso un Dottorato di Ricerca in
Scienze Biomolecolari iniziato nel 2009 presso l’Università Politecnica delle
Marche in collaborazione con la Clinica dei Grandi Animali dell’Università
degli Studi di Milano
. È
proprio in questa fase che la missione della Bruna “bambina” diventa realtà con
il progetto di dottorato volto ad indentificare strategie di medicina
rigenerativa utili a ripristinare la funzionalità dei tendini nei cavalli
atleti, a seguito di un danno.





L’attenzione e lo studio che Bruna rivolge a questa tematica porteranno in
breve tempo all’utilizzo di cellule staminali amniotiche e dei loro derivati
nel trattamento di più di 50 cavalli lesionati (oggi se ne contano più di 200),
con risultati sorprendenti che hanno consentito ai cavalli trattati una volta
superata la convalescenza di tornare a gareggiare.





Con la determinazione di esporsi ad un ambiente all’avanguardia sullo studio di cellule staminali, Bruna trascorre il terzo anno di dottorato presso lo Scottish Centre for Regenerativa Medicine a Edimburgo, in Scozia, noto per aver avviato le pratiche di clonazione e aver dato i natali alla pecora Dolly.





Bruna Corradetti
Bruna Corradetti

In questo contesto, Bruna si avvicina alla nanotecnologia e, in
collaborazione con la Yale University, sviluppa
piattaforme che consentono di mantenere inalterate le proprietà delle cellule
staminali da utilizzare nei protocolli di terapia cellulare. Il tempo e
l’impegno investititi in questo anno vengono ben presto ripagati con l’invito a
rappresentare l’Italia e presentare i risultati del progetto alla decima
edizione della International Society for Stem Cell Research, al cospetto
dell’Imperatore Giapponese.





Nel 2012 diventa Ricercatore e Docente di Genetica presso l’Università
Politecnica delle Marche e vince una borsa di studio per la Medicina Molecolare
che ha lo scopo di supportare gli studi di 10 giovani ricercatori Marchigiani
in istituti di ricerca di eccellenza negli Stati Uniti. Inizia così la scoperta
del nuovo mondo, che la costringe a gestire contemporaneamente due laboratori, in
Italia e a Houston. Presso lo Houston Methodist Research Institute e
in collaborazione con il Prof. Mauro Ferrari, pioniere della nanotecnologia, sviluppa
strategie innovative e biomimetiche per il riparo di lesioni
muscoloscheletriche, con particolare attenzione alla dinamica interazione tra
componenti cellulari e matrici tissutali per la risoluzione degli stati
infiammatori.





Tra il 2013 e il 2014 partecipa ad un progetto finanziato dal Dipartimento
della Difesa Americano per lo sviluppo di materiali mineralizzati da impiegare
nel trattamento degli arti lesionati nei Soldati in Afghanistan.





Nel 2015 lascia gli Stati Uniti e rientra in Italia, trasferendo nel suo
laboratorio dell’Università Politecnica delle Marche le tecnologie sviluppate
oltreoceano e il know-how acquisito. Tra il 2015 e il 2016 la sua attività di
ricerca si svolge tra Ancona e Zurigo, dove trascorre periodi da Visiting
Professor presso ETH Zurich.





Il 2015 rappresenta un momento chiave per Bruna: la sua interazione con gli
studenti italiani si fa più forte e ben presto si accorge della difficoltà
delle nuove generazioni nel riconoscere le proprie passioni e dare sfogo ai
propri talenti, soffocati da un sistema poco attento alla luce che i giovani
emanano. Decide quindi di sfruttare l’attenzione che le rivolgono come un
momento sacro per motivarli e per insegnare loro un approccio critico alla
conoscenza e il senso di responsabilità nei confronti delle scelte che faranno.
Con grande sorpresa, le sue lezioni ricevono grande approvazione da parte degli
studenti e, supportata dalla sua storia di scienziato con ‘fame di conoscenza’,
le valgono nel 2016 il Premio Italia Giovane per la
categoria ‘Università’, dedicato a giovani under-35 che hanno il potenziale di
fare la differenza nel “Sistema Italia”.





Dal 2016 è membro dell’Academy of Translational Medicine Professionals e
nel 2017 è stata nominata Segretario Scientifico della European Society for
Translational Medicine, con l’onore e il privilegio di essere la prima donna a
ricoprire questo ruolo. Nel 2017 è stata riconosciuta tra le 100
Eccellenze Italiane
premiate a Montecitorio, per la categoria “giovani
talenti”.





Dal 2018 Bruna è Ricercatore presso il Dipartimento di Nanomedicina dello Houston
Methodist Research Institute
e Professore Associato presso la School of
Medicine della Swansea University in Galles. Nel 2018 è risultata vincitrice
di un progetto supportato dal programma Marie Curie Fellowship-COFUND della
Comunità Europea, volto a sfruttare i meccanismi naturali di comunicazione
(chiamati esosomi) tra le cellule per sviluppare piattaforme in grado di
educare il sistema immunitario e bloccare infiammazioni croniche. Questi
approcci hanno un enorme potenziale non solo nel campo della medicina rigenerativa,
ma anche nel trattamento di tumori per i quali al momento non esistono cure.



Moondo
https://moondo.info/bruna-corradetti/

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