Dario Argento: "Nel male c’è lo zampino del diavolo? Non di uno solo, ma di tanti"

Nel male c’è lo zampino del diavolo? 
«Non di uno solo, ma di tanti. Secondo i miei studi, sono migliaia, tutti col loro nome e una loro specialità».





È vero che, finito di girare Suspiria, per molte notti lottò con l’istinto di suicidarsi? 
«Sì e non ho mai capito perché. Il film era stato impegnativo, era il 1976, gli effetti speciali non esistevano. Mi ero separato da Daria Nicolodi, Asia aveva un anno ed era come se non l’avessi mai vista. Mi ero chiuso all’Hotel Flora, a Roma, a riposare per un mese. All’apparenza ero sereno, la sera venivano gli attori e la troupe, vedevamo film, andavamo a ballare al Jackie ‘O. Ma la notte la finestra mi chiamava, mi vedevo sfracellato al suolo. Un amico medico mi aveva detto di murarla con l’armadio, così da non potermi buttare se l’impulso fosse tornato. Funzionò, la notte mi ritrovavo accasciato fra l’armadio e le tende, ma vivo».





suspiria dario argento

Perché nei suoi film le mani dell’assassino sono sempre sue? 
«Sto nella mente dell’assassino, so come si fa. Ci vuole un certo vigore. Mi appassiono anche. Penso di aver ucciso duecento persone. È diventata una specie di abitudine, come Alfred Hitchcock che faceva sempre un cameo nei suoi film».





Lei, incontrando qualcuno, ritiene di capire se è un potenziale assassino? 
«Se ci parlo un po’, capisco se è buono o cattivo. Di persone cattive, cioè portate alla violenza, ne esistono più di quante immaginiamo».





Ha mai temuto per la vita? 
«Parecchie volte. Già dal primo film, uno veniva a urlare sotto casa. Un altro era convinto di essere uguale a me, ma non era vero per niente. Andava nei ristoranti e diceva di mandarmi il conto, mi chiamava e minacciava: paga o ti uccido a bastonate. Un giorno, i miei aiuto registi l’hanno sbattuto al muro, gli hanno dato qualche sberla ed è sparito. Quando stavo a Los Angeles per preparare Tenebre per la Fox, cambiai vari alberghi e uno stalker mi trovava sempre. Alla fine, decisi di tornare a girare in Italia». 





Donne stalker? 
«Ho avuto donne fintamente innamorate». 





Dicevano di amarla e volevano accoltellarla? 
«O sottomettermi, scudisciarmi con la frusta. Sadiche o masochiste: le attiro. Una voleva accoltellarsi e addossarmi la colpa perché la respingevo. Diceva di amarmi».





[Dario Argento a Candida Morvillo, CdS].





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