L’olio di semi: diciamo la verità al consumatore


In questi giorni sui nostri
schermi televisivi, in ogni casa, è comparsa la pubblicità di un
famoso olio di semi di cui, da decenni, si “narrano” gli
straordinari benefici per la nostra salute, la sua particolare
qualità organolettica, e specificamente si raccomanda come
coadiuvante nella quotidiana battaglia contro il colesterolo.






La grande maggioranza
degli oli
vegetali, il cosiddetto olio di semi, in
commercio, e la totalità di quelli utilizzati dall'industria
alimentare sono ottenuti con il processo di raffinazione.
Ma non hanno alcun obbligo di dichiararlo né di apporre una
etichetta sulla confezione in cui sia descritto il contenuto o almeno
gli ingredienti che concorrono al processo di produzione.





Un processo che distrugge le sostanze naturalmente nutrienti presenti nei semi, cancellando ogni caratteristica positiva per la salute, e dandoci un grasso inutile in quanto, oltre ad essere privo di sostanze benefiche, è quasi insapore.





Olio di semi
Olio di semi - publicdomainpictures.net


Estrazione con solventi






I semi dai quali si vuole
estrarre l'olio vengono tritati, messi in un bagno di esano
o eptano (due
idrocarburi altamente infiammabili) e posti in agitazione. Dopo aver
separato l'insieme “olio – solvente” da ciò che resta del
seme, il
solvente viene rimosso per evaporazione a una temperatura di 150
gradi.






Degommazione






Questa fase del processo
rimuove alcuni composti simili alle fibre, i carboidrati complessi,
alcuni composti simili alle proteine, e i fosfolipidi.
La degommazione rimuove la clorofilla, oltre ai
minerali (calcio, ferro, magnesio e rame).
Questo processo è eseguito a 60 gradi circa.






Raffinazione o
deacidificazione





L'olio
viene miscelato con soda
caustica,
oppure con una miscela di soda caustica e carbonato di sodio. Questi
composti ne abbassano
l'acidità a un livello adatto per l'alimentazione umana.






Questo processo, che avviene
a circa 75 gradi, rimuove gli acidi grassi liberi dall'olio, ma
rimuove anche fosfolipidi e minerali.
L'olio mantiene ancora pigmenti, che gli fanno assumere un colore
giallo.






Decolorazione






L'olio viene trattato con
filtri per 15 - 30 minuti a 110 gradi, per rimuovere tutti i pigmenti
(clorofilla e betacarotene). Vengono anche rimosse sostanze
aromatiche naturali. Durante questo processo, gli
acidi grassi essenziali vengono alterati (si
formano perossidi e acidi grassi coniugati).






Deodorazione






L'olio viene distillato a
vapore a 270 gradi, sotto pressione e in assenza di aria, per 30/60
minuti. Vengono rimosse sostanze aromatiche, acidi grassi liberi, e
molecole (generate dai processi precedenti) che danno un sapore
sgradevole all'olio. In questo processo si formano gli acidi
grassi "trans"
 nella
misura del 5% circa. I tocoferoli (vitamina
E
), i
fitosteroli e alcuni residui tossici (pesticidi e tossine) sono
rimossi.






L'olio è
inodore, insapore, incolore ed
è pronto per essere utilizzato direttamente dal consumatore, oppure
per essere messo negli alimenti che contengono la dicitura "olii
vegetali" negli ingredienti.






Ma anche se l'olio fosse di
girasole, di arachide o di qualsiasi altro seme, se
non è indicato chiaramente che è stato estratto meccanicamente vuol
dire che ha subito tutti i processi della raffinazione.



Moondo
https://moondo.info/lolio-di-semi-diciamo-la-verita-al-consumatore/

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