Ragazzine di 13-14 anni usano il sesso come clava per entrare nell’adolescenza
Da quando i genitori portano i figli piccoli dallo psicoanalista?
«Un tempo erano talmente convinti dei loro valori che tendevano a svalutare la dimensione psicoanalitica. Al massimo li portavano dal parroco».
Passo avanti?
«Indice del disorientamento».
Disorientamento di fronte alla velocità dei figli?
«Prenda l’educazione sessuale: avviene nei siti dove il dominio delle immagini reali spoglia la sessualità dall’immaginazione. In passato i bambini giocavano al dottore: prime scoperte, ma anche dubbi, e curiosità, in quanto moltissimo non era svelato. Rimaneva posto per la fantasia primaria, come la chiamava Freud, la curiosità, insieme alla paura, di scoprire cosa succedesse nella camera dei genitori».
Eppure, lei dice, a questa rapidità alcuni ragazzi rispondono cercando di fermare il tempo.
«Dopo l’onnipotenza dell’infanzia, l’adolescenza spariglia le carte. Iniziano i cambiamenti: peli, brufoli. Il corpo che fin lì era stato compagno, diventa estraneo, talvolta nemico. Ricordo una ragazzina così intimorita dallo sviluppo del seno che si copriva con grandi golf».
Nel libro lei porta, tra gli altri, l’esempio dell’anoressia.
«Le ragazze anoressiche tentano un congelamento del corpo, lo desessualizzano, rendendolo marionetta che si fa vivere come vuole, con il rischio di morire, perché farlo vivere significa affrontare il distacco dalla madre, e naturalmente il sesso».
Il sesso spaventa?
«Vale la battuta inglese: “La penetrazione non è intimità”».
Ovvero?
«Per l’adolescente l’intimità è il pericolo più grande perché mette in discussione i confini del proprio sé. Molti rifiutano esperienze intime per la paura di perdere sé stessi. Di contro altri esorcizzano con la promiscuità. Ragazzini che vanno con tutti, maschi e femmine, per evitare differenziazione».
Tendenza recente?
«Ci sono ragazzine di 13-14 anni che usano il sesso come clava per entrare nell’adolescenza. Adescare diventa una strada per farsi valere, nonché un modo per contrapporsi alla madre».
Le madri cinquantenni del libro?
«Da una parte adolescenti nel pieno dello sviluppo, dall’altra madri in crisi per i primi segni d’invecchiamento. Ho visto figlie rivendicare: “Tu tanto non lo fai più”, sottotesto: “Sono io che detengo la femminilità in questa casa”».
[Massimo Ammaniti a Teresa Ciabatti. Il libro a cui si allude è Adolescenti senza tempo, Raffaello Cortina editore, in cui Ammaniti - padre dello scrittore - adopera il neologismo “Adultescenza”].
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Moondo
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